LEONARDO CUMBO

Vittorio Sgarbi da I discorsi di Sgarbi, edizione Mondadori (2005)

 

Nella poesia espressiva di Leonardo Cumbo non ci sono mai riferimenti precisi ad un evento reale, ma semmai l'erompere intenso della passionalità. Sono sculture che esaltano simbologie precise; in questa direzione va citata l'opera eseguita sul tema del Prestigiatore che, oltre ad essere una costruzione di forte impatto, possiede un'arcaica cromia che risulta dal lavoro minuzioso che l'artista sceglie e modella di volta in volta. Nel caso della scultura per la villa Cozzotondo a Montedoro, il lavoro è in pietra di Sabucina, che per quello spazio è la più consona per consistenza e colore. Così è altrettanto ottima la scelta del bronzo, del travertino romano e dell'acciaio per la scultura Altalena, monumento dedicato alla Giustizia, eseguito per essere posto all'ingresso del comune di San Mauro Castelverde, in provincia di Palermo. I lavori di Leonardo Cumbo sono un continuo sommovimento di sentimenti elaborati da una personalità artistica pienamente matura e sensibile alla portata mitica della rappresentazione scultorea. E’ soprattutto interessante il suo modo di porsi di fronte al problema fondante dell'occupazione di uno spazio aperto. Esemplare, a questo proposito, il bozzetto dei Pescatori di Miti, vincitore del concorso nazionale per la realizzazione di un monumento dedicato alla pesca per il porto di Mazara del Vallo. Qui Leonardo Cumbo assembla il bronzo, il travertino romano, l’accialo e il rame, andando non solo a definire la dinamica della costruzione, ma anche ad esplicitare un effetto cromatico e narrativo. Scultore figurativo, egli tuttavia si appoggia a volte su elementi informali, come nella scultura di grandi dimensioni dedicata al racconto Ciaula scopre la luna. In questo omaggio a Pirandello, un'intuizione poetica fa della luna un oggetto illuminato, visibile anche di notte, che accarezza le cromie del bronzo, del travertino romano, dell'onice peruviano e della terracotta di cui l'opera è sapientemente composta. Sono evidentemente due le ascendenze di questo scultore, il realismo e il simbolismo, che partecipano in ugual misura alla sua creatività, mentre l'insieme delle sue opere ha un carattere stilistico unitario, dove il significato non è mai pretestuoso. Esso anzi risponde ad un bisogno di comunicare per via diretta e immediata, che va ben al di là della risposta a una committenza pubblica, che rappresenta per ovvie ragioni la collocazione privilegiata per uno scultore di questa levatura.
In passato Cumbo ha anche adottato un'espressività quasi barocca, come è avvenuto per la sua Scuola di Volo, di bronzo e travertino romano e di dimensioni relativamente ridotte, una costruzione a tutto tondo di immediato impatto visivo, dove già era esaltata la cromia nel contrasto fra i materiali. Dei lavori di Cumbo è necessario anche sottolineare la dimensione artigianale; senza la maestrìa di una sperimentata cultura manuale, molte delle sue concezioni plastiche andrebbe perduto, e il suo fare non sarebbe significativo senza la capacità rara di suscitare vibrazioni sulla superficie della materia. Le sue costruzioni possono essere lette sia nella loro tridimensionalità, che nel gioco dei contrasti tattili e luminosi che animano i materiali misti di cui sono composti. Pur rispettosa dei canoni estetici più classici, questa scrittura plastica è del tutto contemporanea nel gioco della chiarificazione simbolica, che amplia e contrae i segni portandoli fino alle estreme conseguenze di una sostanziale astrazione.